Educazione finanziaria nella scuola

L’associazione Nazionale Promotori Finanziari plaude alla riforma della scuola in quanto l’offerta formativa comprenderà, tra le attività curricolari, anche l’educazione finanziaria nella scuola: un tema su cui l’associazione aveva insistito sin dalle prime fasi dei lavori parlamentari.

educazione finanziaria nella scuola
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Educazione finanziaria nella scuola

L’educazione finanziaria nella cornice de “La buona scuola”

(fonte feduf.it)

1. L’educazione economica è una competenza trasversale

Il documento “La buona scuola” del Governo Renzi colloca l’educazione economica tra le nuove competenze indispensabili ai giovani, poiché “l’economia dovrebbe essere una disciplina accessibile agli studenti di tutte le scuole di secondo grado”. Educare gli studenti a riflettere su concetti di economia è prioritario e indispensabile per aiutarli in futuro a fare scelte consapevoli sia come cittadini sia come utenti dei servizi finanziari. Da oltre l’industria bancaria lavora con le scuole sull’educazione finanziaria nella scuola, che, pur non essendo disciplinare, è una disciplina trasversale in grado di cogliere le connessioni tra i saperi, avviando gli alunni ad una visione unitaria delle conoscenze.

2. La diffusione dell’educazione finanziaria nella scuola

Tre passi fondamentali per una diffusione sinergica e coordinata delle iniziative di educazione finanziaria sul territorio nazionale sono stati compiuti: ‐ la nascita del liceo economico‐sociale nel 2010/11 ha riempito un vuoto nella scuola italiana. Mancava infatti un indirizzo liceale centrato sulle discipline giuridiche, economiche e sociali, presente invece nei sistemi scolastici europei e capace di rispondere all’interesse per il mondo di oggi, per la comprensione dei complessi fenomeni che lo caratterizzano; ‐ la firma della “Carta d’intenti sulla legalità economica” siglata dal Miur e da altri 14 soggetti pubblici e privati (Ministero dell’Economia, Banca d’Italia, Guardia di Finanza, Associazione Bancaria Italiana, Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio, Agenzia delle Entrate, Corte dei Conti, Unioncamere ed altri) che sottolinea come l’educazione finanziaria possa costituire un elemento di sviluppo e crescita sociale, soprattutto nell’ottica più completa nella costruzione del percorso di educazione alla cittadinanza consapevole; ‐ tra i punti principali della nuova legge sulla Buona Scuola vi è l’esplicito richiamo alle discipline economiche come materia di studio per tutti gli studenti delle superiori, sia attraverso la loro valorizzazione per via ordinamentale nelle superiori, sia estendendo la “progettualità sui temi economici” tra gli studenti.

3. Da dove partiamo: la mappatura

Il progetto di mappatura dei programmi di educazione finanziaria disponibili oggi sul territorio nazionale per gli studenti ed i cittadini adulti è la recente iniziativa realizzata grazie ad una collaborazione tra Banca d’Italia, Consob, Ivass, Covip, Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio, Museo del Risparmio e Fondazione Rosselli d’intesa con il MEF‐Ministero dell’Economia e delle Finanze e con il MIUR‐Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. I risultati della rilevazione, che ha interessato oltre 500 enti pubblici e privati, saranno condivisi innanzitutto con i soggetti oggi coinvolti sul tema affinché possano essere uno stimolo per migliorare i programmi e alla creazione di nuove sinergie. Potranno inoltre essere di supporto all’elaborazione di una “strategia nazionale condivisa e partecipata” di alfabetizzazione finanziaria.

4. L’educazione finanziaria nella scuola: modelli applicativi

Nel giugno 2015 si è svolta la prima Tavola Rotonda dedicata alla presentazione delle linee didattiche e dei modelli applicativi per l’educazione finanziaria nella scuola. L’evento, promosso dalla Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio e dalla Banca d’Italia, ha preso vita a pochi giorni dalla sottoscrizione della Carta di Intenti su Economia e legalità voluta dal MIUR per favorire il coordinamento dei programmi di cittadinanza economica e legalità e la loro adozione da parte delle scuole e dall’avvio del progetto di mappatura delle iniziative di educazione finanziaria in Italia.   Pur in assenza di una strategia nazionale, molti soggetti hanno già avviato azioni condivise e sinergiche e durante la Tavola Rotonda sono stati presentati due progetti pilota coordinati dagli Uffici Scolastici Regionali della Lombardia e del Piemonte, che ne offrono un primo esempio concreto.

a) il progetto pilota dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia

Il progetto realizzato nell’ambito del tavolo di lavoro sull’educazione finanziaria nella scuola promosso dall’USR Lombardia ha coinvolto nello scorso anno scolastico dieci istituti di scuola superiore a livello regionale ed è il primo esempio di una collaborazione sinergica tra una pluralità di enti impegnati nella divulgazione dell’educazione finanziaria: Banca d’Italia, ANASF, Forum ANIA Consumatori, Junior Achievement Italia e la Fondazione per l’educazione finanziaria con il supporto delle banche del territorio.   Grazie ai programmi messi a disposizione da questi enti, le scuole hanno potuto svolgere un percorso didattico di 25 ore su argomenti quali moneta e prezzi, strumenti di pagamento, banche e mercati finanziari, uso consapevole del denaro, globalizzazione, economia sostenibile, imprenditorialità, pianificazione e ciclo di vita, rischio finanziario, assicurazione e previdenza.   Elemento chiave del progetto è stato il collegamento dell’educazione finanziaria nella scuola con il curricolo scolastico grazie alla didattica per competenze. E’ previsto, infatti, che i ragazzi che escono dalle scuole superiori sappiano riconoscere la relazione tra economia, ambiente e società; comprendere i caratteri dell’economia come scienza delle scelte responsabili sulle risorse di cui l’uomo dispone;   comprendere la natura dell’economia come scienza in grado di incidere profondamente sullo sviluppo e sulla qualità della vita a livello globale; riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio.

b) il progetto pilota dell’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte

Il progetto pilota coordinato dall’USR della Regione Piemonte ha visto la collaborazione attiva di Banca d’Italia, della Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio, della Guardia di Finanza, della Cassa di Risparmio di Fossano e della Fondazione Rosselli.   Il progetto ha trovato collocazione nel POF (Cittadinanza e Costituzione) di 5 scuole secondarie di primo grado grazie all’integrazione dell’educazione finanziaria nella scuola con il curricolo, in particolare con: ‐ la disciplina storia:  inserimento di riflessioni sull’evoluzione dei sistemi economici in rapporto ad alcune fondamentali fasi di sviluppo dell’organizzazione economica (dalla rivoluzione agricola, alla nascita dell’economia comunale e mercantile, alla rivoluzione industriale, alla globalizzazione). Concetto di sistema economico e concetti correlati di crescita economica, disuguaglianze, povertà e sottosviluppo. 3 ‐ l’inserimento di concetti di educazione finanziaria a partire dalle esperienze di vita degli studenti: concetto di ricchezza, di reddito, di moneta e altre forme di pagamento, di consumo, di risparmio, di investimento ‐ lo sviluppo della competenza “Spirito d’iniziativa e imprenditorialità” attraverso la riflessione sul funzionamento del sistema economico incentrato sull’impresa come sua cellula costitutiva.

5 Il Liceo Economico‐sociale a cinque anni dalla nascita: il contributo all’educazione economica

Nel sistema scolastico italiano è finalmente presente dopo la riforma del 2010 il liceo economico‐sociale ed è quindi ora possibile iscriversi ad un corso di studi liceale finalizzato a fornire conoscenze e competenze in ambito economico, giuridico e sociale. Nel nuovo indirizzo, che colma un vuoto della scuola superiore italiana, la disciplina Diritto ed Economia è materia caratterizzante e infatti per la prima volta quest’anno è stata oggetto di prova scritta nell’esame finale. Trattazione di argomenti e problemi economici, analisi di situazioni giuridico‐economiche e studi di caso sono tra i compiti che gli studenti del liceo economico‐ sociale devono dimostrare di saper svolgere, con capacità di elaborazione critica, partendo da una serie di conoscenze acquisite, tra cui quelle economiche e finanziarie sono fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi del corso.

La novità del liceo economico‐sociale a cinque anni dalla sua nascita si ritrova anche nei rapporti che si sono instaurati a livello nazionale tra i suoi docenti e dirigenti scolastici grazie all’impulso dato dal Ministero dell’Istruzione alla nascita delle Reti regionali, che oggi sono diciassette, e a una Rete nazionale in cui sono presenti tutte le scuole capofila. In questo modo si ottimizzano i percorsi di formazione per docenti, si valorizzano e si scambiano le migliori pratiche, si attuano percorsi didattici innovativi, si stringono rapporti di cooperazione con enti, associazioni e imprese, in particolare attraverso una piattaforma web, www.liceoeconomicosociale.it, e una costante serie di rapporti e incontri seminariali.

Tra i vantaggi della cooperazione tra scuole, reti e territorio vi è la possibilità di innalzare la qualità degli apprendimenti in un ambito nuovo, come quello economico, e di praticare metodologie di insegnamento in parte originali per l’insegnamento liceale; tra queste figura l’approccio interdisciplinare, che consente di affrontare con strumenti più adeguati la complessità dei problemi del mondo contemporaneo e delle dinamiche della globalizzazione, tra cui quelle economiche sono spesso all’origine dei comportamenti dei cittadini in ambito finanziario.Per questo le competenze giuridiche, economiche e sociali che il nuovo liceo sviluppa rispondono all’esigenza più generale, comune a tutti gli approcci di educazione economico‐ finanziaria, di fornire agli studenti strumenti di effettiva cittadinanza.

Un’altra metodologia didattica che vede protagonista il liceo economico‐sociale, tra gli altri licei, è quella dell’alternanza scuola‐lavoro. In vista dell’attuazione delle indicazioni contenute nella recente legge 107, in materia di alternanza, i licei economico‐sociali dispongono già di una serie di esperienze già sviluppate in questi ultimi anni, che potranno essere utili nell’elaborazione delle Linee guida nazionali per tutti i licei. In particolare al Seminario di Baveno nel maggio del 2014 sono stati presentati numerosi esempi di tirocini pensati appositamente per i licei, presso università, centri di ricerca, radio ed altri mass media, organizzazioni non governative (ONG), centri di formazione aziendale, etc.

Un altro contributo della rete dei licei economico‐sociali allo sviluppo della cultura economico‐finanziaria è rappresentato dalla collaborazione che sta nascendo con la scuola primaria e secondaria di primo grado: saranno gradualmente messi a disposizione moduli didattici, materiali per lo studio individuale e di gruppo, seminari e settimane laboratoriali, lezioni dei docenti  ed esempi di formazione appositamente elaborati 4 per diffondere l’alfabetizzazione finanziaria e la consapevolezza economica anche tra gli studenti più giovani.

Alla stessa finalità, quella di favorire l’orientamento degli studenti, questa volta in uscita verso il mondo del lavoro e degli studi post diploma, rispondono gli accordi con università, imprese, associazioni, e le esperienze di alternanza scuola‐lavoro. Non solo i tirocini in ASL sempre di più saranno concepiti guardando anche all’estero, ma è la progettazione didattica più generale all’interno dei licei economico‐sociali che ha un carattere europeo e internazionale, grazie alla partecipazione ai bandi Erasmus plus, all’avvio di partenariati internazionali, agli insegnamenti impartiti, dalla Metodologia della ricerca alla Statistica, fino allo studio curricolare, unico liceo dopo quello linguistico, di due lingue straniere, a conferma del carattere internazionale del liceo economico‐sociale e della definizione di “liceo della contemporaneità”.

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Educazione finanziaria nella scuola